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La storia della nostra residenza
nell'antico borgo

DAL 565 NASCE COME FORTEZZA ROMANA
ORA ALCOVA PER IL VOSTRO RELAX

una residenza nell'antico borgo che parla di sè

Sulle sponde del Lago di Como

Chiudi gli occhi e lasciati portare indietro nel tempo. Con un balzo, aprendo il verde portone ti troverai nel 565, nella fortezza romana insieme a soldati e avventurieri giunti qui dalle più remote terre dell’enorme impero riunito da Giustiniano. Qui, la sua amata Teodora ha visto avverarsi il suo sogno, il bordo ultimo delle sue terre bagnato dalle acque del lago di Como, sotto le mura della nostra residenza nell’antica roccaforte di Roké.
Dal 2019 abbiamo iniziato a scrostare i secoli che avevano celato i muri della nascosta Corte per ridonare ai vostri occhi la bellezza dei suoi antichi fasti. È stata anche per noi una continua sorpresa ed un continuo rimodellare il progetto alle nuove richieste di queste pietre.
Finestre da secoli chiuse, i resti del camminamento sugli spalti intorno alla torre o i frammenti del primo  pavimento in cotto antico, le fughe in opus signinum, e le volte in tufo: tutti particolari che avremo il piacere di narrarvi e farvi scoprire quando verrete a trovarci.
Fai questo passo, varca la soglia, vieni a scoprire la nostra residenza e diventa parte di questa antica storia dell’ultimo lembo di  un antico mondo dimenticato ….

Signature
565 la costruzione della fortezza
Venne il tempo, dopo dodici secoli, in cui gli eserciti di occidente deposero il loro stesso imperatore. Passati sessanta anni, a Costantinopoli, la Nuova Roma, fu l’imperatore dell’oriente, Giustiniano a muovere le sue legioni per riconquistare l’ovest perduto. L’africa prima, poi la spagna e in ultimo l’Italia. Il sogno dell’imperatore e della sua sposa Teodora era compiuto, di nuovo un solo impero mondiale, un solo Dio, un solo imperatore regnava sul mondo. Qui era il Limes, il limite, il confine a nord, l’ultima fortezza circondata dal lago e dai monti, questo scoglio chiudeva i valichi alpini e proteggeva dalle calate dei barbari l’antica capitale Milano. Approdati a Rokè (l’arroccamento dinnanzi alla fortezza dell’Isola Comacina, così chiamato in greco dai soldati orientali) i viandanti salivano le ripide vie che portavano all’ingresso nella piccola rocca, passavano sotto la torre e subito a destra, lo stretto gomito che proteggeva dai colpi d’ariete, passava la stretta via che conduceva nella cittadella, posta ai piedi della torre di vigilanza, deposta tra due valli, al termine di un dirupo imprendibile.
L'entrata
Ai piedi della torre d’ingresso, questo portone conduceva alla corte occidentale della fortezza, dove si faceva mercato, di contadini e pescatori. Sopra la corte le camere della locanda, dove trovavano riposo i mercanti che salivano al nord con le merci mediterranee e discendevano al sud dalle terre germaniche e scandinave. Incardinata tra le due corti, quella orientale e quella occidentale, la sala di Governo della rocca, l’antica “tabernae” l’osteria dove si ristoravano con cibo e vino gli ospiti e i soldati, il popolo e i patrizi. Qui, come nei piccoli castrum romani di confine, venivano amministrati gli atti pubblici, i primi abitanti della rocca chiamarono questa sala gŭbĕrnum “timone della nave” ad erano le navi della flotta militare quelle che vegliavano che il lago rimanesse romano.
Gli ambienti
Nel “Camerino di Teodora” sospeso sopra l’accesso alla corte  trovavano ristoro  nobildonne e cortigiane, regine  barbare,  indomite bellezze orientali e latine.
Quello che oggi è dedicato al “Talai” era lo spazio riservato a soldati e mercanti, persiani e greci, illirici e siriani,  eruli, goti, franchi e unni prima, longobardi poi, hanno dormito tra questi sassi.
“Giunio” e “Diletta”  erano le sommità della fortezza , gli spalti da cui si combatteva contri nemici che scendevano da nord e da sud solcando le acque del lago. Da qui si scagliavano dardi infuocati  e catapulte e scorpioni  saettavano  i loro proiettili  sulle navi  dei barbari assalitori.
Da quassù  si vedono ancora i bagliori dell’incendio con cui Federico  Barbarossa  distrusse  la fortezza di Giustiniano sull’Isola nel 1169.
Il 1800 Napoleone e il Risorgimento Italiano
Dopo un millennio di oblio e dimenticanza, la storia torna a riecheggiare tra queste mura. Prima le poesie del romanticismo e i complotti dei carbonari alla caduta di Napoleone e al suo esilio a Sant Elena; poi i motti e le guerre risorgimentali, troveranno tra queste stanze, intimi rifugi a combattenti e sognatori. Entra anche tu tra le schiere di questi poeti combattenti che offrirono la vita per un nuovo mondo.

Vi invitiamo a gustarvi un momento di relax
ed a lasciarvi trascinare nella storia.
Immergiti nella storia della nostra residenza
nell’antico borgo sul lago di Como.

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